La determinazione del Papato di riconquistare l’Inghilterra L’opera di John Henry Newman porta frutto

Cari amici,

Papa Benedetto XVI visiterà la Gran Bretagna dal 16 al 19 settembre 2010. Il governo ed i leader di molte chiese si sono già espressi manifestandone il loro compiacimento ed approvazione. E’ significativo come questa visita avvenga a meno di un anno dall’entrata in vigore nell’Unione Europea del Trattato di Lisbona del 1 dicembre 2009 che introduce per l’Unione una “personalità giuridica unica”. Di conseguenza, anche la Gran Bretagna è stata inclusa sotto quest’unica entità giuridica. Dal tempo in cui 477 anni fa il re Enrico VIII aveva aperto un conflitto con il Papato, il Papa giunge ora ufficialmente come capo di uno stato sovrano per rivolgersi alla società britannica in entrambe le camere del Parlamento inglese. Ugualmente importante è il fatto che egli vi giunga come capo della Chiesa cattolica-romana con la speranza di ristabilire il Cattolicesimo come religione del Regno Unito. Questo avvenimento deve poter essere considerato nel giusto contesto. Abbiamo cercato di fare proprio questo nell’articolo intitolato: “La determinazione del Papato di riconquistare l’Inghilterra”. Vi prego di diffondere ampiamente questo articolo con i mezzi a vostra disposizione. Grazie.

Sono ormai passati 477 anni dal divorzio del re Enrico VIII dalla sua prima moglie, la cattolica spagnola Caterina d’Aragona, che gli aveva permesso di sposare Anna Bolena. Il noto storico Merle d’Aubigné pone questo divorzio nel suo più ampio contesto.

“Il papato conquista la Gran Bretagna cristiana nel settimo secolo ... il XVI secolo potrebbe esserne considerato la controparte. In positivo la lotta che l’Inghilterra aveva dovuto sostenere per liberarsi dalla potenza che l’aveva tenuta in servitù per 900 anni, è opera della Riforma protestante – quella di ricuperare la verità e la vita perduta da così tanto tempo... In negativo – la lotta contro il papato ... non è stata tanto originata dal desiderio del re di poter divorziare (il che ne è stata solo l’occasione), ma il conflitto stesso e le sue importanti conseguenze. Il divorzio fra Enrico Tudor e Caterina d’Aragona è un avvenimento secondario, ma l’avvenimento primario è il divorzio dell’Inghilterra dal papato, uno dei più grandi spartiacque della storia”1.

Enrico VIII voleva una chiesa che gli consentisse di divorziare. Egli pure voleva avere libertà finanziaria dalla Chiesa di Roma. Nel 1529 il cardinale cattolico Wolsey con il suo clero, aveva conseguito un potere così grande in Inghilterra da minacciare lo stesso Enrico. Di conseguenza, diventa chiaro il piano di Enrico di liberare il clero dall’autorità del Papa e di portarlo sotto la sua legittima autorità. Questo, però, non poteva essere realizzato attraverso un semplice decreto regale a causa del principi costituzionali di governo già stabiliti. Ne risulta così che il clero dovesse liberarsi dai vincoli che lo legavano alla Roma papale.2 Provvidenzialmente, William Tyndale aveva appena finito di tradurre il Nuovo Testamento in inglese e per l’anno 1526, i

1 J. H. Merle d’Aubigne, The Reformation in England 2 Vols. (Banner of Truth Trust, 1962) Vol. I, pp. 337-8 2 Per maggiori informazioni, vedasi D’Aubigne, Vol. II, pp. 55-56

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commercianti tedeschi di Anversa avevano cominciato ad importare il Nuovo Testamento in Inghilterra, dov’era ampiamente letto. E’ così che l’Inghilterra si prepara a scrollarsi di dosso il giogo della Roma papale e ad adorare Dio con vera libertà biblica.

Enrico VIII, però, rompe con la Roma papale solo politicamente, non andando personalmente mai oltre la dottrina cattolica-romana. Giunge però a vedere come avrebbe potuto avvalersi del crescente movimento della Riforma per i suoi propri fini politici. Permettendo alle verità della Riforma di permeare ampiamente ogni livello della società, il clero stesso poteva essere sciolto dai dogmi di Roma e quindi dal suo controllo. Enrico, però, non aveva mai pensato di liberare il clero dal proprio controllo come sovrano dell’Inghilterra.

Nel corso degli avvenimenti, re Enrico nomina Thomas Cranmer come Arcivescovo di Canterbury,3 ed è Cranmer il principale responsabile di quelli che sono chiamati i “Trentanove articoli di religione”, propagati subito dopo la morte di Enrico4 e più ufficialmente ratificati dalla Convocazione della Chiesa di Inghilterra inizialmente nel 1554 e poi, più formalmente, nel 1562. Questi articoli affermano che la sola Scrittura è l’autorità finale per quanto riguarda la salvezza, salvezza chiaramente definita come dono di Dio dato per sola grazia e da riceversi attraverso la sola fede. E’ così che questi 39 articoli ripudiano l’insegnamento e le pratiche della Chiesa cattolica romana.

Sin dalla separazione operata da Enrico dall’asservimento al Papa, il Vaticano non ha cessato di erodere l’influenza religiosa e politica della Chiesa di Inghilterra e del suo monarca. A questa secolare politica vaticana, la proposta visita del Papa nel 2010 all’Inghilterra non fa eccezione. Scegliendo di elevare John Henry Newman agli onori degli altari in un avvenimento ecclesiastico del tutto cattolico-romano, Papa Benedetto fa salire il livello dell’offensiva dimostrando visibilmente al mondo di voler riportare la Gran Bretagna sotto il suo controllo. Così il papato sarebbe in posizione molto più forte per influire sulla politica sociale del Regno unito, incluso l’arruolamento del governo civile per forzare, attraverso la legge civile, l’introduzione nel paese dei principi di politica sociale che caratterizzano il Cattolicesimo romano.

La riemersione del Sacro Romano Impero

Sullo sfondo della riemersione del Sacro Romano Impero, la lotta di quasi 500 anni fra l’Inghilterra protestante ed il papato non è diminuita. Nel 1798, poco dopo che il generale Napoleone Bonaparte rimuove il Papa dal suo trono di Roma, egli confisca le proprietà della chiesa e lascia il Sacro Romano impero in rovina. Il papato, però, nonostante le apparenze, non era stato distrutto e nel XIX e XX secolo riconquista molto del terreno che aveva perduto.

Il primo dicembre 2009, il Trattato di Lisbona entra in vigore in tutta l’Unione Europea (EU). Il trattato è un ulteriore passo in avanti nell’UE per centralizzare il potere civile. Una delle maggiori caratteristiche di questo trattato è quello di introdurre per l’Unione una “personalità giuridica unica”5.

3 The primary divorce of England from the popedom of Rome did come about fully with much bloodshed of English martyrs, including Thomas Cranmer, as they in obedience to the Scriptures served the Lord Jesus Christ.
4 Questo avviene durante il breve regno del re Edoardo VI.
5 http://europa.eu/lisbon_treaty/glance/index_it.htm, punto 4:3.

 

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Di conseguenza, questa significativa mossa contro la sovranità dei paesi membri ha in gran parte assorbito, sotto lo stesso titolo di Unione Europea, stati e regioni sotto un nuovo regime o entità legale.

Questo impero riemerso possiede un Papa

Dato che la Santa Sede è una nazione sovrana di proprio diritto e non una nazione membro della EU, essa non ricade nella giurisdizione legale di quel corpo. Ciononostante, il Papa, come capo della Chiesa cattolica romana, è un’affidabile quinta colonna delle nazioni membro dell’EU. In questo modo il riemerso Sacro Romano Impero ha il suo Papa6.

Questa quinta colonna, la cui prima identità è cattolica, trova nella promozione della politica sociale cattolico-romana lo strumento principale della sua “evangelizzazione”. E’ così che viene esercitato l’immenso potere, sia politico che spirituale del papato nell’ambito dell’Unione Europea.

Con in vigore il Trattato di Lisbona, troviamo effettivamente il riemergere del Papato come forza di coesione politica e religiosa, ruolo a cui è stata data nuova opportunità di promuovere sulla scena occidentale. Meno di quattro mesi dopo la ratificazione del Trattato, il 16 marzo 2010, la regina Elisabetta II annuncia che: “Su invito di Sua Maestà la Regina, Sua Santità Papa Benedetto XVI renderà visita papale al Regno Unito dal 16 al 19 settembre 2010...”7.

Il sito web Zenit, “il mondo visto da Roma”, dà ulteriori dettagli di questa “opportunità senza predenti”,
Il Cardinale Keith O'Brien, Arcivescovo di Edimburgo e S. Andrews e Presidente della Conferenza dei Vescovi di Scozia, ha confessato di essere "entusiasta che il Papa abbia accettato il cortese invito del Governo britannico" a visitare il Regno Unito. "Sono certo che riceverà una sentita accoglienza sia dai cattolici che dai membri delle altre fedi e dagli uomini di buona volontà", ha sottolineato. Nel corso della visita particolare attenzione verrà dedicata alle relazioni tra le Chiese cristiane. Il Papa farà infatti visita all'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, al Palazzo di Lambeth e pregherà con gli altri leader della Chiesa presso l'Abbazia di Westminster. Il Cardinale O'Brien ha quindi ricordato che "una caratteristica distintiva dell'insegnamento di Papa Benedetto è stata di ricordare all'Europa le proprie radici cristiane e cultura e
di essere la nostra guida sui grandi temi morali dei giorni nostri", e ha auspicato che "tutti noi apriremo i nostri cuori alle sue parole". Dal canto suo monsignor Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster e Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Inghilterra e Galles, ha ringraziato la Regina e il Governo britannico per l'"invito storico" rivolto al Papa e si è detto certo che "la presenza ed il messaggio di Papa Benedetto incoraggeranno tutti ad ambire di nuovo ad una visione della vita nella nostra società contrassegnata da reciproca fiducia, pietà e verità. La grande tradizione cristiana di fede e vita, che ha così formato la nostra cultura, ha molto di più da offrire - ha segnalato -. Questo gentile e profondo insegnante della sua fede incoraggerà e rafforzerà tutti coloro che riceveranno le sue parole"8.

6 Vedi: “Papal Rome and the European Union” in www.bereanbeacon.org/articles/sorted/01_On_Catholicism/Papal_Rome_and_the_European_Union.pdf 7 www.royal.gov.uk 4/8/2010
8 http://www.zenit.org/article-21751?l=italian – sottolineatura in neretto non nell’originale.

 

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Ora, 477 anni dopo che Enrico VIII apre il conflitto primario, ecco che arriva ufficialmente il Papa come capo di uno stato sovrano, per rivolgersi al popolo della Gran Bretagna in entrambe i rami del Parlamento a Westminster. Ugualmente importante, egli giunge come capo della Chiesa cattolico-romana al fine di stabilire il Cattolicesimo romano come la religione del Regno unito.

Il papa Benedetto XVI, così ha scelto abilmente la beatificazione di John Henry Newman nel Regno unito per promuovere il controllo religioso e politico della Chiesa di Inghilterra. Questo caso non può essere negato: basti studiare i fatti che ringuardano John Henry Newman ed il movimento di Oxford. Esso è ulteriormente corroborato dalla storia della dottrina sociale cattolica come risulta dal documento “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, i documenti del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo e numerose altri documenti di falso ecumenismo dal Concilio Vaticano II in poi. Oltre a questo, vi è l’appello del Papa nel luglio del 2009 per promuovere la formazione di un organo delle Nazioni Unite al di sopra dei governi per far rispettare la politica sociale dell’ONU, cosa che riflette essenzialmente la dottrina sociale cattolica9.

Il Papa per la prima volta in Scozia

E’ pure altamente significativo che la visita segni esattamente 450 da quando il Cattolicesimo, come religione di stato e l’autorità del Papa sia stato formalmente rimosso dalla Scozia. Il maggiore quotidiano scozzese, The Scotsman afferma: “I leader delle chiese hanno ulteriormente annunciato che il Papa farà uso della sua visita per rammentare alla Gran Bretagna delle sue radici cattoliche”10 Il 450mo anniversario dell’abolizione dell’autorità papale nel loro regno, sarà così disonorato da un Papa che rammenta come la Gran Bretagna abbia “radici cattoliche”. Di fatto, i documenti storici mostrano come le radici autenticamente cristiane della Scozia risalgano a Columba di Iona che che introduce il Cristianesimo in Scozia nell'Alto Medioevo. Nel 563, Columba, sull’isola di Iona, fonda una chiesa che diventa la base per formare missionari che evangelizzeranno l’Europa del nord, e questo indipendentemente da Roma.

Il palco della scena mondiale del Pontefice

La figura cardinale di John Henry Newman verrà utilizzata per affascinare il mondo con tutta la pompa e lo spettacolo sfarzoso della corte papale in tutta la sua gloria. Le cerimonie riprese dalle televisioni culmineranno con una messa celebrata a Coventry, durante la quale il Pontefice beatificherà John Henry Newmann. Questa sarà la seconda sceneggiata della canonizzazione del cardinale inglese sulla via della santità, in virtù della qiale Newman verrà dichiarato “beato”. Nel 1991 Newman era già stato dichiarato “Venerabile”, primo delle tre fasi del processo per il quale il Cattolicesimo romano produce i suoi “santi”. E’ usanza che le beatificazioni siano celebrate a livello locale. Benedetto, però, desidera particolarmente mettere in luce quelle dottrine del Newman che nel corso degli anni sono diventate per il Vaticano la base per la promozione di un falso ecumenismo. Particolarmente influenti sono state la “riformulazione della dottrina” e il suo insegnamento sulla “rivelazione continua”. Questo è ciò che Papa Benedetto chiama: “l’ermeneutica della continuità” spiegata in questo modo: “In una parola: sarebbe necessario non seguire i testi del Concilio Vaticano II] ma il suo spirito. Ovviamente, in questo modo, largo margine viene lasciato aperto sulla questione di come questo spirito sia susseguentemente

9 Vedasi nel nostro sito web l’articolo: “I progetti del Papa per organizzare le attività politiche, economiche e religiose del mondo intero” in: http://www.bereanbeacon.org/articles_italian/I_Progetti_del_Papa.pdf
10 On March 17th 2010: http://news.scotsman.com/glasgow/Holyrood-to-play--.6157450.jp

 

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definito, aprendo così la strada ad ogni capriccio”11. Il concetto di Newman sulla “rivelazione continua” concede al Papa persino libertà di interpretazione dei documenti del Concilio. Un tale spazio di manovra biblica e storica è altamente pericoloso. Questa ingiuriosa congettura è usata particolarmente da coloro che sono stati responsabili di formulare le Affermazioni Concordate della “Commissione internazionale anglicana e cattolica romana” (ARCIC)12. Questo falso sforzo ecumenico ha già avuto un considerevole successo. Molti preti e membri della Chiesa di Inghilterra già si sono sottomessi alla Roma papale. Il Papa, elevando Newman al rango di “beato”, di fatto, fa molto di più. E’ un serio tentativo di riportare l’Inghilterra protestante nei ranghi della Chiesa cattolico-romana. E’ il punto culminante di ciò che lo stesso Newman aveva cercato di realizzare nel XIX secolo.

Chi era John Henry Newman?

Chi era John Henry Newman e perchè è importante? A questo si risponde:

“Sin dalla sua militanza giovanile nell’evangelicalismo, attraverso la guida alla quale si pone del movimento anglo-cattolico di Oxford, fino al momento in cui abbraccia il Cattolicesimo romano, la carriera e il retaggio di John Henry Newman è segnato da genialità e da controversie. Il rapporto che ha avuto con i movimenti liberali, evangelicali e cattolici nel seno della Chiesa d’Inghilterra nel suo tempo, lo rendono una figura centrale ed importante per comprendere la Comunione anglicana oggi...”13.

John Henry Newman nasce a Londra nel 1801. Nell’ambito dell’Anglicanesimo, la famiglia di Newman aveva mantenuto forti legami con la fede biblica, che esercita considerevole influenza sulla sua vita religiosa giovanile. Nell’autunno del 1816 passa attraverso quel che appare essere una conversione religiosa. Il tono del suo pensiero in quel tempo diventa evangelico e riformato e, significativamente, sostiene la convinzione che il Papa sia l’Anticristo. Nel dicembre del 1816 viene accolto al Trinity College di Oxford, e nel giugno dell’anno seguente, residendovi, consegue la laurea nel 1821. Progettando di rimanere ad Oxford, studia per diventare professore all’Oriel College, che in quel tempo era un noto centro intellettuale dell’università di Oxford. Nel 1824 viene consacrato presbitero anglicano. Poi, su suggerimento di E. B. Pusey, allora professore all’Oriel, serve come curato presso la chiesa di San Clemente ad Oxford. Nei sermoni che Newman vi predica, egli correttamente fa una distinzione fra giustificazione e rigenerazione. Nel 1825, però, negando il concetto biblico di giustificazione e accettando sempre di più la nozione non biblica di giustificazione infusa interiormente, diventa sempre più apparente il suo scivolamento dottrinale verso il sacramentalismo. In quell’anno scrive sul suo diario: “Credo,

11 http://www.adoremus.org/1107BXVI_122205.html 6/9/2010
12 La “Commissione internazionale anglicana e cattolica romana” è stata stabilita dall’allora Arcivescovo di Canterbury Michael Ramsey e Papa Paolo VI nel 1967. Dopo che il Vaticano II riconobbe un « luogo speciale » alla comunione anglicana (UR 13) e, nel 1966, Paolo VI incontrò l'arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey, nel 1967 iniziò i lavori una Commissione Preparatoria Comune alla quale nel 1970 subentrò la Commissione Internazionale Anglicana e Cattolica Romana (ARCIC I). Questa produsse dichiarazioni comuni e chiarificazioni sull'Eucaristia, il ministero e l'ordinazione, e sull'autorità nella Chiesa. Tutti questi documenti furono pubblicati insieme nel « Rapporto Finale » del 1892. Costituita nel 1983, ARCIC II ha prodotto documenti sulla salvezza e la Chiesa e sulla Chiesa come comunione. Dal 1967 esiste a Roma un centro anglicano, il cui direttore rappresenta le province della Comunione Anglicana presso la Santa Sede. Con l'approvazione della Dichiarazione di Meissen nel 1991, il sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra ha accettato un accordo di lavoro comune per l'unità visibile con le Chiese luterane d'Europa.
13 www.facebook.com/note.php?note_id=338121888230 5/14/2010. Il neretto non si trova nell’originale.

 

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non sono certo, che io debba rinunciare alla dottrina della giustificazione imputata ed a quella della rigenerazione indipendentemente dal battesimo”14.

Nel 1833 Newman si persuade totalmente della bontà di ciò che egli vede come il retaggio cattolico-romano della Chiesa anglicana, incluso il dogma papale della giustificazione infusa e della rigenerazione battesimale. La cosa comporta rilevanti conseguenze, come nota lo storico anglicano Walter Walsh nella corrispondenza fra Richard Froude e Newman:

“Il cardinale Newman afferma che egli considera il 14 luglio come ‘inizio del movimento religioso del 1833’. Pochi mesi prima di quella data, Newman, in compagnia del suo amico Richard Hurrell Froude ... rende visita a Monsignor Wiseman (poi cardinale) a Roma. ‘Veniamo presentati a lui ... solo per trovare come essi ci accoglierebbero [nella Chiesa di Roma] in qualsiasi modo volessimo torcere le nostre coscienze ed abbiamo trovato, con nostro grande disappunto, che non avremmo potuto fare un solo passo senza inghiottire il Concilio di Trento nella sua integrità’. Durante il viaggio, Newman cade seriamente ammalato ... e decidiamo di ritornare subito in Inghilterra ... Egli ci dice: ‘Io mi siedo sul bordo del letto e comincio a singhiozzare violentemente. Il mio servitore mi chiede che cosa mi faccia male, ed io posso solo rispondergli: ‘Ho del lavoro da fare in Inghilterra’. In che cosa consistesse quel lavoro ora lo sappiamo fin troppo bene. Era la romanizzazione della Chiesa d’Inghilterra”15.

La romanizzazione della Chiesa di Inghilterra

Ad Oxford, insieme ad alcuni accademici della ‘Chiesa alta’ (inclusi John Keble, Froude, William Palmer e E. B. Pusey) formano un’associazione segreta dalla quale Newman comincia a pubblicare numerosi trattati finalizzati a diffondere il loro messaggio. La prima di queste associazioni prende nome di “Movimento di Oxford”, chiamata anche “Movimento ritualistico”. Walsh documenta lo scopo del Movimento di Oxford o ritualistico, nel suo Union Review, una delle maggiori loro riviste.

“Il grande oggetto del Movimento ritualistico sin dalla sua stessa nascita nel 1833 è quello della Riunione corporativa con la Chiesa di Roma ... Fin dal 1867, una rivista leader dei Ritualisti dichiara che, invece che secedere ed unirsi a Roma, ‘sarebbe molto meglio per noi rimanere a lavorare lì dove siamo – perché che avverrebbe con l’Inghilterra se noi [ritualisti] lasciassimo la Chiesa [anglicana]? Essa sarebbe semplicemente perduta al Cattolicesimo... Dipendendo da essa, è solo attraverso la Chiesa inglese stessa che l’Inghilterra potrà essere cattolicizzata”16.

Lo stesso articolo, riferendosi a questa unità ‘corporativa’ e visibile con la Chiesa di Roma, dichiara: “Qui abbiamo il vero cuore ed anima dell’attuale Movimento, questo è il centro dal quale vibra la sua pulsazione e dal quale scorre la sua linfa vitale”17.

14 John Henry Newman, Autobiographical Writings, p. 203
15 Walter Walsh, The Secret History of the Oxford Movement, Fourth Ed. (London: Swan Sonneshine & Co., Ltd., 1898) p. 263.
16 Ibid Walsh, pp. 260-261.
17 Ibid Walsh p.261, in corsivo nell’originale.

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Lo stesso scopo di “unità corporativa e visibile” è sottolineata nei documenti del Concilio Vaticano II e nel “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa” del Vaticano. Sebbene la strategia usata per conseguire tutto ciò in America sia un po’ diversa da quella originalmente usata nella Chiesa di Inghilterra18, il falso movimento ecumenico annunciato al Concilio Vaticano II negli anni 1960 sta realizzando l’identico fine: “l’unità visibile”19. Questo è l’obiettivo che si nasconde dietro al riferimento che il Vaticano fa al riguardo della visita papale in Inghilterra come “opportunità senza precedenti per rafforzare i legami fra Regno Unito e Santa Sede sul ... l’importante ruolo di fede nel creare comunità forti [vale a dire le chiese]”.

Per un certo numero di anni Newman rimane nella Chiesa di Inghilterra. I suoi piani sono quelli di trasformarla attraverso l’azione furtiva, soprattutto tacendo di fronte alla comunità le grandi verità della Scrittura al riguardo del sacrificio di espiazione di Cristo, la fede e le opere, e la sovrana grazia di Dio. Al loro posto, lui e gli altri del movimento, cominciano ad insinuare poco per volta i dogmi di Roma con la loro base nel rituale piuttosto che l’insegnamento delle grandi dottrine bibliche tratte dalla sola Scrittura.20 Le azioni furtive e gli intrighi che Newman e i suoi associati portano avanti, fan loro meritare d’essere etichettati come “lupi in vesti d’agnello”.

Newman perverte l’Evangelo

Nel suo libro: “Lezioni sulla dottrina della giustificazione” pubblicato originalmente nel 1838, Newman propone la sua versione dell’Evangelo. Anticipa il ravvicinamento fra posizioni cattoliche e bibliche come sono sorte nel dialogo ecumenico nel XX secolo fino al presente. Il suo insegnanto disatorce fondamentalmente e pregiudica le verità cardinali della fede – la verità che la giustizia di Dio nel Signore Gesù Cristo sia imputata o accreditata al credente. Newman insegna attraverso queste lezioni, ciò che il gesuita Sheridan definisce come “una sintesi fra giustificazione e santificazione” 21 .

Questa sarà la caratteristica di fondo del nuovo Newman. Egli ora nega quel che aveva precedentemente sostenuto. Scrive così nelle sue Lezioni sulla giustificazione: “La legge scritta nel cuore, o rinnovamento spiritual,e ciò che ci giustifica”22. Nella Scrittura, però, l’Apostolo Paolo scrive l’opposto: “Mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui; infatti la legge dà soltanto la conoscenza del peccato” (Romani 3:20). La legge, come tale, ci accusa e ci condanna: essa non potrà mai giustificarci. Come scopre Martin Lutero e come conferma la Riforma, questa dottrina sta al cuore stesso dell’Evangelo.

Newman è ben consapevole del significato forense di giustificazione, e questo basato sul testo ebraico delle Scritture. Il messaggio apostolico del Nuovo Testamento è che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati, Egli “è stato reso peccato per noi” (Galati 3:13), “ha sofferto per gli ingiusti” (1 Pietro 3:18). Nelle parole stesse della Scrittura: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con

18 Vedasi gli asrticoli sul falso ecumenismo nel nostro sito web.
19 Così il documento Post Concilio Vaticano II, n. 42, “Riflessioni e suggerimenti sul dialogo ecumenico”, Vol. I, Sect VI, II dove si afferma:, “...il dialogo non è fine a sé stesso ... non è solo una discussione accademica”. Al contrario, “Il dialogo ecumenico serve per trasformare modi di pensare e comportamenti come pure la vita quotidiana di quelle comunità (non cattoliche). In questo modo, esso si prefigge di preparare la via per l’unità della fede nel seno di una Chiesa una e visibile”.
20 Walsh, pp. 3-10.
21 Thomas L. Sheridan, Newman on Justification, (Alba House, 1967) p. 108
22 Newman, Lectures on Justification, p. 45

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sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione ... Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:19,21).

Dio ha posto su Gesù Cristo i nostri peccati, glieli ha imputati, il Giusto per gli ingiusti. Egli “ha dato se stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli” (Isaia 53:12). Questo è il modo in cui Egli è stato fatto “diventare peccato” per noi. Non c’era nulla in Lui per il quale fosse degno di morte. Essendo, però, diventato peccato per imputazione, Egli è stato condannato per il giusto giudizio di Dio. In questo senso era giusto ed appropriato che Cristo soffrisse su di Lui l’ira di Dio. Egli doveva essere trattato come se Egli fosse stato un peccatore. Ecco così che Dio, poi, accredita la giustizia di Cristo al peccatore che crede in Lui. Dio dichiara che quel peccatore è giusto in virtù della perfetta giustizia che Cristo gli ha guadagnato. Lo afferma meravigliosamente l’Apostolo: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù” (Romani 3:23-24).

Newman conosceva tutta la forza di queste affermazioni bibliche e non era disposto a confutarle, così come molti studiosi cattolico-romani si sono adoperati e ancora si adoperano vanamente a fare. Ciononostante, Newman sostiene che il termine “giustificare” significhi “rendere giusto” e non semplicemente ricevere per imputazione la giustizia di Cristo. Su questo punto controverso Newman raggiunge quella che potrebbe apparire una brillante sintesi fra le Scritture e l’insegnamento cattolico-romano.

Newman forgia gli strumenti del papato

Newman credeva di aver trovato una “via mediana”, quella che chiamava “via media” fra il dogma papale e le Scrittire. La sua “dottrina riformulata” afferma che creazione e giustificazione siano la stessa cosa. Egli insegna, così, che proprio come in principio Dio aveva detto: “Sia la luce, e la luce fu”, così la Parola di Dio e l’opera di Dio vanno di pari passo. Come nella creazione, “così nella rigenerazione”23. Un tale insegnamento appare sensato perché fa uso di un esempio biblico come modello. E’ falso, però, perché nega ripetute affermazioni bibliche al riguardo della giustizia imputata24. Nella giustificazione Dio non crea “giustizia” come se fosse una sostanza, ma Dio imputa al peccatore che crede la giustizia di Cristo, e questo non procede da alcuna “opera” che questi compia. Questo è ciò che l’Apostolo afferma: “Così pure Davide proclama la beatitudine dell'uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opera” (Romani 4:6). Una dichiarazione di Dio è un Suo pronunziamento, non un processo.

L’abile inganno teologico del Newman rende possibile la dipendenza dai sacramenti della Chiesa di Roma, come se avvalendosi di essi, i credenti potessero “fare il pieno” di bontà, proprio come se la grazia fosse una sorta di benzina da attingere alla stazione di servizio. Il tentativo di Newman di associare la creazione con la giustificazione e quindi di insegnare la giustizia soggettiva, è, di fatto, una violazione dell’inerrante Parola di Dio e si tratta di un puro e semplice inganno.

23 Newman, Lectures on Justification, p. 81
24 Per esempio, l’Apostolo Paolo insegna il concetto di imputazione per ben sette volte nel solo capitolo 4 della lettera ai Romani.

 

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Newman: l’uomo di punta per riconquistare l’Inghilterra

Nel 1840 il sospetto che Newman, ancora presbitero della Chiesa di Inghilterra, sia di fatto una quinta colonna militante del Cattolicesimo era diventato una certezza con la pubblicazione del suo famoso “Trattato 90”. In questo trattato, egli fa uso di sofismi e di casistica per sostenere che i 39 Articoli (che affermano la posizione biblica della Chiesa di Inghilterra al riguardo della salvezza), se rettamente intesi, sarebbero compatibili con la dottrina ed i dogmi della Chiesa di Roma. Sebbene i Trentanove Articoli ripudino insegnamenti e pratiche della Chiesa cattolica25, questo trattato è sottilmente astuto nel pregiudicare l’identità protestante e riformata degli storici articoli della Chiesa di Inghilterra. Per esempio, la Sezione 5 della conclusione del Trattato 90 afferma:

“Essi dicono che la Chiesa possiede autorità nell’appianare divergenze, ma non dicono quale autorità. Essi dicono che la Chiesa non debba decretare alcunché non sia avallato dalle Scritture, ma non dice quale ne sia il rimedio quando lo fa. Essi dicono che le opere, prima della grazia ed alla giustificazione, siano prive di valore e peggiori, e che le opere dopo l’intervento della grazia siano accettevoli, ma essi non dicono nulla delle opere compiute CON L’AIUTO DI DIO prima della giustificazione26.

Questi sofismi sono una palese negazione del principio stesso dell’autorità delle sole Scritture e promuovono un’atteggiamento critico verso di esse. Dopo il Trattato 90 diventa chiaro come Newman difenda in modo militante le dottrine papali. Egli così viene ufficialmente accolto nella Chiesa cattolico-romana nel 1845 ed ordinato prete cattolico l’anno seguente.

Ecco così come nel XIX secolo il papato sfrutti John Henry Newman come il loro uomo di punta per sovvertire la Chiesa di Inghilterra e per portarla al Cattolicesimo, mettendo così in moto lo sviluppo di un piano per riconquistare l’Inghilterra e farla diventare un paese cattolico27. Potremmo pensare che tutto questo non sia che l’eco di battaglie avvenute tempo fa e non più rilevanti oggi. Benedetto XVI, abile politico, comprende che l’Inghilterra ha perduto la sua condizione di stato sovrano nel dicembre del 2009 quando è entrato in vigore il Trattato di Lisbona. Non fa meraviglia che la seconda fase della “beatificazione” di Newman abbia dovuto attendere fino a questo momento.

Conclusione

L’astuta strategia di Papa Benedetto come capo di stato politico non ha valore alcuno di fronte al Signore Iddio onnipotente. Possiamo essere sinceramente riconoscenti che nella Sua suprema sapienza Dio abbia determinato di porre un limite agli intrighi della Roma papale. Essa sarà punita per aver respinto sistematicamente la Signoria di Cristo. Al tempo stesso, il popolo di Dio non deve essere ingannato dallo spettacolo seducente al quale assisterà nel settembre 2010.

25 For example, they deny the teachings concerning Transubstantiation (Article 28), sacrifice of the Mass (Article 31), both bread and wine should be served to all in the Lord’s Supper (Article 30) and that ministers may marry (Ar- ticle 32).
26 http://anglicanhistory.org/tracts/tract90/conclusion.html 1/16/2010

27 For a detailed record of this plan and its outworking in the nineteenth century, see Walsh’s, The Secret History of the Oxford Movement

 

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Sappiamo molto bene che stiamo vivendo in difficili tempi di apostasia. In circostanze simili J. C. Ryle incoraggiava i credenti della Gran Bretagna nel XIX secolo a rimanere forti e a non accettare compromessi. Egli dichiarava:

“Questa è la chiesa che compie l’opera di Cristo sulla terra. I suoi membri sono un piccolo gregge e sono pochi di numero, uno o due qui e due o tre là, pochi in questo distretto e pochi in quello. Sono questi, però, che scuotono l’universo, che alterano le fortune di regni attraverso le loro preghiere; sono questi ad essere attivi operai per diffobdere la conoscenza della religione pura ed immacolata; sono questi ad essere la linfa vitale del paese, il suo scudo, difesa, la colonna portante di ogni nazione alla quale essi appartengano”.

E’ per questo che il popolo del Signore “combatte strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” (Giuda 3), consapecvole che: “tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1 Giovanni 5:4).

Il sito web di Richard Bennett del “Berean Beacon”

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